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Venerdì, 24 Ott 2025

Nell’ambito della "rivoluzione permanente" ormai in atto da qualche tempo all’Istat, si registra un avviso pubblico di ricerca anche di un nuovo direttore per la diffusione e la comunicazione dell’informazione statistica, incarico ricoperto finora da Patrizia Cacioli.

Per quanto è dato saperne, nella seduta del Consiglio dell’Istituto di statistica del 26 luglio scorso era solo “emersa la necessità di avviare una riflessione complessiva sia sulle funzioni della comunicazione sia su quelle della diffusione della statistica”, sicché tutto lasciava credere che i tempi per trovare un sostituto di pari se non di maggior valore della Cacioli proprio troppo stretti non avrebbero potuto essere.

Possiamo solo ipotizzare – senza però uno straccio di prova – che la riflessione si sia conclusa, a nostra insaputa, prima del tempo e che il Consiglio dell’ente di Via Balbo si sia trovato di fronte all’impellenza di prendere una decisione. Chi ha tempo non aspetti tempo, si dice. Era però assai facile prevedere che, facendo partire la procedura selettiva in agosto (il 30), con scadenza del termine per le manifestazioni di interesse a settembre (il 20), si correva il rischio di non trovare il nuovo “comunicatore”, in tempo per succedere alla Cacioli, in scadenza il 23 settembre.

Manco a dirlo, è andata proprio così.

Dopo tanta agitazione (e riflessione), perciò, il presidente Alleva ha pensato bene di rinnovare (rectius: prorogare) la medesima Cacioli nel suo incarico fino al 23 dicembre prossimo, ma nulla esclude che, come si dice, la stessa potrà anche mangiare il panettone (forse pure la colomba), visti i tempi delle procedure selettive alle nostre latitudini.

All’Istat ora sono in tanti a chiedersi se tale “rinnovo” fosse veramente inevitabile o se, in assenza del “comunicatore”, le relative funzioni non potessero essere disimpegnate ad interim dal superiore ovvero da quel Valerio Fiorespino, n. 2 della Rai fino a qualche mese fa, che fra qualche giorno, assumerà la carica di capo Dipartimento per la raccolta dati e lo sviluppo di metodi e tecnologie per la produzione e diffusione dell’informazione statistica.

I più malevoli, ma noi non siamo tra questi, si sono addirittura chiesti che cosa penserebbe Cantone di questa vicenda.

Noi, invece, consapevoli dell’importanza del “comunicatore” statistico, soprattutto di questi tempi, ci limitiamo a rilevare che la "grande rivoluzione", annunciata più due anni fa dal presidente Alleva con squilli di trombe, sembra segnare il passo.

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