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- di Redazione
Nell’antico dibattito tra chi sostiene che esista una propensione biologica innata a riconoscere i volti e chi invece è convinto che si tratti di una capacità che si apprende con l’esperienza e con l’esposizione alle facce, si inserisce un recentissimo studi,o condotto da un gruppo di ricerca del Centro interdipartimentale Mente e Cervello (Cimec) dell’Università di Trento, presso il Laboratorio di cognizione animale e neuroscienze diretto dal professor Giorgio Vallortigara, pubblicato sulla rivista scientifca Pnas.