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- di Aldo Pirone
Gli anni '60 noi li ricordiamo giustamente come anni di grandi cambiamenti e di libertà; per tante ragioni anche di costume.
Nel voto in Abruzzo ha vinto nettamente Marsilio col 53,5% staccando di 7 punti il candidato del campo larghissimo D'Amico. Se i dati vengono raffrontati alle precedenti politiche il campo larghissimo rimane al palo mentre la destra va leggermente avanti. All'interno delle coalizioni c'è l'exploit di FI l'ulteriore riduzione della Lega e dall'altra parte il crollo del M5s e l'avanzata del Pd che sfiora il 21%. Marsilio ottiene leggermente di meno della propria coalizione mentre D'Amico leggermente di più. Naturalmente ci sarà tempo per analizzare il voto nel dettaglio delle singole liste tenendo conto della particolarità della Regione.
La guerra di Israele a Gaza continua imperterrita. Sono ormai più di trentamila i palestinesi uccisi. È un massacro continuo voluto da Netanyahu e non solo, punteggiato da stragi di civili palestinesi per vendicare l'assalto in stile nazista di Hamas e gruppi jihādisti del 7 ottobre scorso.
Uno dei motivi tra quelli fondamentali perché, a mio avviso, un abruzzese non può votare Marco Marsilio, presidente uscente della Giunta della Regione Abruzzo, è l'AUTONOMIA DIFFERENZIATA, a cui il governo regionale guidato dall’esponente di FdI ha dato parere favorevole ed è nel novero dei sostenitori.
Ieri papa Francesco, parlando al convegno "Uomo-Donna immagine di Dio. Per una antropologia delle vocazioni", ha detto che "oggi il pericolo più brutto è l'ideologia del gender che annulla le differenze". Ha quindi aggiunto: "Ho chiesto di fare studi a proposito di questa brutta ideologia del nostro tempo, che cancella le differenze e rende tutto uguale; cancellare la differenza è cancellare l'umanità. Uomo e donna, invece, stanno in una feconda tensione".
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