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- di Franco Mostacci
A giugno, l’inflazione ha raggiunto l’8%, con una crescita ininterrotta da gennaio 2021, dopo che nel 2020 – anno di inizio della pandemia e delle restrizioni alla vita sociale – era stata addirittura negativa.
A giugno, l’inflazione ha raggiunto l’8%, con una crescita ininterrotta da gennaio 2021, dopo che nel 2020 – anno di inizio della pandemia e delle restrizioni alla vita sociale – era stata addirittura negativa.
E adesso spiegatemelo voi, che sapete tutto, perché in Cina e in Giappone non c’è l’inflazione. Che, rima a parte, è davvero un mistero gioioso.
Ormai è chiara a tutti la complessità del problema di fronte al quale ci troviamo. Proviamo a riepilogare prendendo a prestito alcuni dati diffusi da Ocse nel suo ultimo outlook.
Fra i tanti passaggi che vale la pena sottolineare del lungo rapporto annuale di Bankitalia, conviene dedicare qualche minuto a quello che sembra destinato a diventare il grande tema dei prossimi anni: i rinnovi contrattuali in un’epoca di inflazione crescente.
Quando cambiano le coordinate del discorso pubblico, capita di imbattersi in elementari verità che prima, quando ancora questa coordinate non erano mutate, erano appannaggio di pochi e venivano discusse ancor meno. Nessuno parla dei rischi della pioggia ad agosto. Salvo correre ai ripari – letteralmente – se una perturbazione improvvisa genera un nubifragio.
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