I dispositivi che oggi diamo per scontati su ogni automobile - le frecce direzionali e le luci di stop - furono pensati e realizzati per la prima volta agli inizi del Novecento da una donna straordinaria: Florence Ann Bridgwood, nota come Florence Lawrence (1886-1938), una celebre attrice del cinema muto, curiosa e appassionata di meccanica.
Canadese, naturalizzata statunitense, all’apice della sua carriera, Florence non si limitava a recitare: amava guidare e mettere mano alle automobili.
Fu proprio questa passione a spingerla, nel 1914, a ideare due invenzioni destinate a rivoluzionare la sicurezza stradale.
Il suo “segnale automatico di svolta” consisteva in una piccola bandierina montata sul parafango posteriore, che si alzava per indicare la direzione del cambio di corsia.
Poco dopo ideò anche un “segnale di arresto”, una tavoletta che si sollevava automaticamente quando il conducente premeva il pedale del freno, avvertendo chi seguiva del rallentamento.
Sebbene non brevettò mai le sue invenzioni - e quindi non ne trasse alcun guadagno -, le idee di Florence Lawrence vennero riprese e perfezionate negli anni successivi, diventando elementi fondamentali di ogni veicolo moderno.
La sua esistenza unì splendore e dolore.
Nata a Hamilton, in Canada, da una famiglia di artisti, figlia della celebre attrice teatrale Lotta Lawrence, salì sul palco a soli tre anni e fu presto soprannominata “la bambina meraviglia”.
Dopo la morte del padre, si trasferì con la madre a New York per tentare la carriera teatrale, ma fu il cinema a regalarle la fama. Nel 1906 ottenne un ruolo nel cortometraggio Daniel Boone, grazie alle sue abilità da cavallerizza.
L’incontro con l’attore Harry Solter, che divenne suo marito, le aprì le porte della Biograph Company, dove girò circa sessanta film diventando la celebre “Biograph Girl”.
Fu il regista D.W. Griffith a introdurre nei titoli il nome dell’interprete, rendendo Florence Lawrence la prima diva riconosciuta del cinema.
La sua popolarità crebbe rapidamente: la sua sola presenza in un film garantiva il successo al botteghino. Nel 1909 fondò con Solter la “Victor Film Company”, entrando nella storia anche come una delle prime attrici-produttici.
Il declino iniziò nel 1912: la morte della madre e la crisi con il marito alimentarono una profonda depressione.
L’anno seguente, durante le riprese di un film, subì gravi ustioni in un incendio di scena, evento che la segnò fisicamente e psicologicamente.
Nonostante il ritiro temporaneo, tornò nel 1916 con un lungometraggio di successo, promosso da un’astuta trovata pubblicitaria: la falsa notizia della sua morte, poi smentita, che fece scalpore negli Stati Uniti.
Negli anni successivi tentò di ricostruire la propria vita, ma tra lutti e violenze domestiche la sua salute mentale peggiorò. Nel 1932, a soli 45 anni, si tolse la vita.
Florence Lawrence resta una figura simbolo del divismo hollywoodiano, la prima stella del cinema a cui il pubblico si affezionò come a un’icona.
La sua parabola, luminosa e tragica, aprì la strada a generazioni di attrici - da Katharine Hepburn a Marilyn Monroe - che, nel bene e nel male, seguirono la scia della sua luce.
Anche lei, come molte inventrici dell’Ottocento e del primo Novecento, vide il suo lavoro poco riconosciuto, ma aprì la strada a una lunga serie di innovazioni al femminile nel mondo della tecnologia.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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