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- di Sara Sesti
Gertrude Bell fu una delle figure chiave nella ridefinizione del Medio Oriente all’inizio del Novecento. Nata in Inghilterra nel 1868, in una ricca famiglia industriale, ricevette un’educazione raffinata e un forte impulso intellettuale dal padre, mentre la madre morì quando aveva solo tre anni.

Tra la fine dell’Ottocento e l’inizio del Novecento, una vera rivoluzione culturale attraversò il vecchio e il nuovo mondo: sempre più donne iniziarono a viaggiare da sole, sfidando le rigide convenzioni sociali del tempo. Scrivevano, disegnavano, fotografavano e raccontavano il mondo con uno sguardo nuovo, personale, libero.
Riceviamo e volentieri pubblichiamo un comunicato stampa diramato da Italia Nostra “Sezione L. Gorgoni” di Pescara sulla situazione riguardante il Castello Gizzi, a Torre de' Passeri, noto come Casa di Dante in Abruzzo. (Foto a sx: Di Pietro - Opera propria CC BY SA 4.0)
In un’epoca in cui l’istruzione scientifica era preclusa alle donne, alcune riuscirono a farsi spazio tra le crepe del sistema patriarcale. Con determinazione e talento, conquistarono riconoscimenti che parevano inaccessibili.
Niente di meglio che leggere il frutto di una ricerca di un venditore di spazi pubblicitari per farsi un’idea del mondo. O, meglio, farsi un’idea di ciò che questo mondo pensa di noi.
Alla fine di questo secolo saremo un mondo meno popolato e più vecchio. Piacerebbe dire che saremo (saranno) anche più saggi, ma non possiamo saperlo. La leggenda che la saggezza arrivi con l’età appartiene a un tempo che non è più il nostro, quando invece in molti paesi governano vecchi che non sembrano per nulla saggi, e anzi sembrano agenti del caos.
Evelyn Berezin è stata pioniera del word processor in anni in cui le donne erano raramente ammesse nei laboratori di ricerca, l’informatica muoveva i primi passi, e il lavoro di segreteria era ancora legato alle rumorose macchine da scrivere meccaniche.
Da qualche anno ha preso piede anche in Italia la campagna “Nobel per Mileva”, un’iniziativa nata per restituire visibilità e riconoscimento a Mileva Marić, prima moglie di Albert Einstein, il cui contributo al lavoro scientifico del celebre fisico è stato a lungo ignorato.
