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Martedì, 21 Ott 2025

“La Camera di consiglio sarà lunga e complessa, vorremmo entrarvi non stanchi”. Con questa parole, Fabrizia Ida Francabandera, presidente della sezione della Corte d’appello, - che a L’Aquila emetterà la sentenza di 2° grado nel processo a carico di alcuni dei componenti che il 31 marzo del 2009 parteciparono alla riunione della Commissione grandi rischi – ha comunicato che i giudici si riuniranno per decidere il prossimo 10 novembre.

La sentenza, attesa per venerdì scorso, 31 ottobre, ha subìto uno slittamento perché il Procuratore generale, Romolo Como, dopo l’ultimo intervento della difesa (avv. Vincenzo Musco, per l’imputato Gian Michele Calvi),  ha chiesto di replicare a tutte le arringhe difensive. A seguire, ci sono state le repliche delle parti civili e le controrepliche delle difese.

Il Procuratore generale, dopo aver criticato la “lettura” della sentenza fatta dagli avvocati degli imputati nel corso delle loro arringhe, ha sottolineato che “se la sentenza di primo grado ha una colpa è stata quella di voler analizzare troppo a fondo alcuni profili giuridici”, ed ha aggiunto che “mi hanno rimproverato di aver detto che si trattava di quattro amici al bar”. “Ma se lo avessi detto avrei dovuto chiedere l’assoluzione . Non lo erano, erano la commissione Grandi rischi e siamo qui per questo motivo. Dello scarico di energia si è parlato in presenza di tutti”. Secondo il Pg, c’è stato “un atteggiamento di superficialità di fronte alla conoscenza del rischio sismico che invece tutti riconoscono”.

Sulla stessa lunghezza d’onda, le repliche delle parti civili, che hanno ribadito la piena responsabilità penale degli imputati.

Di avviso diametralmente opposto le controrepliche degli avvocati difensori, che hanno escluso ogni e qualsiasi responsabilità da parte dei loro assistiti, chiedendone l’assoluzione.

L’intervento dell’avv. Marcello Melandri, difensore di Enzo Boschi, ha provocato l’uscita dall’aula, per protesta, delle parti civili e dei parenti delle vittime.

La reazione c’è stata quando l’avv. Melandri ha detto: “La zona dell’Aquila è la più sismica d’Europa, secondo studi ufficiali, queste sono certezze. Non giochiamo con le parole e con i vostri morti”.

Ma il difensore dell’ex presidente dell’Ingv ha anche affermato che “la commissione Grandi Rischi non fa comunicati, ma delibere, solo la Protezione Civile può farlo, agli scienziati è vietato. E in quella occasione (31 marzo 2009, ndr) non è stato fatto. Oltretutto il mio assistito non sapeva della conferenza stampa, non vi ha partecipato e non solo non ha dato rassicurazioni a nessuno ma ha detto che non si poteva escludere una scossa forte”.

Per conoscere l’esito di questo processo, iniziato lo scorso 10 ottobre, bisognerà aspettare lunedì prossimo, quando la Corte, dopo aver ascoltato le ultime due controrepliche, quelle dei difensori di De Bernardinis e Dolce (avv. Dinacci) e Selvaggi (avv. Coppi), si ritirerà in Camera di consiglio dalla quale uscirà con il dispositivo della sentenza, probabilmente, nella tarda serata.

Ma, come abbiamo avuto già modo di sottolineare in un precedente articolo, qualunque sarà il verdetto – conferma della sentenza di 1° grado, come chiesto dalla Procura generale e dalle parti civili, o assoluzione di tutti o di alcuni degli imputati - bisognerà attendere il giudizio della Cassazione, prima che possa calare definitivamente il sipario su una vicenda dove non potranno mai esserci vinti e vincitori. Ma soltanto tanto dolore.

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