Jane Goodall, ieri 1° ottobre, se n'è andata, lasciando un vuoto impossibile da colmare. La signora degli scimpanzé è morta a 91 anni, dopo aver speso un'intera vita al servizio degli animali e della natura.
Primatologa ed etologa, ha rivoluzionato lo studio dei primati introducendo il concetto di “cultura animale” e modificando profondamente la comprensione dei ruoli sessuali nell’evoluzione umana.
Nata a Londra nel 1934, fin da bambina Jane mostrò un amore profondo per il mondo animale. A 22 anni, su invito di un’amica trasferitasi in Africa, si recò nel continente africano, dove incontrò il celebre antropologo e paleontologo Louis Leakey, studioso insieme alla moglie Mary Nicol di ominidi fossili e scimmie antropomorfe.
Convinto che una mente libera da schemi accademici potesse offrire nuove prospettive alla primatologia, Leakey le propose un programma di ricerca in Tanzania. Così, nell’estate del 1960, Jane giunse al parco di Gombe, sulle sponde del lago Tanganica, realizzando il sogno della sua infanzia.
Dopo un periodo iniziale di ambientamento, una giovane scimmia si avvicinò a Jane, attratta dalla banana che le offriva. Con pazienza e gentilezza, la studiosa fu gradualmente accettata nel branco, instaurando un legame con la scimmia che durò quasi 43 anni.
L’esperienza in Tanzania le permise di conseguire, nel 1965, la laurea in etologia presso l’Università di Cambridge, e le sue scoperte sugli scimpanzé divennero fondamentali per la ricerca sui primati.
Le numerose analogie con l’uomo - dieta, postura, struttura scheletrica, cervello, DNA, e comportamenti come l’uso di strumenti e l’apprendimento osservativo - portarono a rivedere le conoscenze sulla vita degli ominidi, i nostri antenati.
Goodall rivoluzionò inoltre l’etologia descrivendo la personalità e la capacità di “ragionare” degli animali, analizzando le loro emozioni e sottolineando le differenze individuali, concetti alla base della sua definizione di “cultura animale”.
Osservò che i piccoli scimpanzé rimangono con la madre per circa nove anni, durante i quali apprendono imitandola, e che, una volta diventati indipendenti, spesso tornano a visitarla, mostrando un legame di “affetto filiale”.
Questa diade madre-figlio, presente anche negli esseri umani, garantisce la sopravvivenza della specie, sottolineando l’importanza delle cure materne. Grazie a queste osservazioni, la struttura sociale matrilineare è oggi considerata un elemento chiave dell’evoluzione umana.
Nel 1977, Jane Goodall fondò il Jane Goodall Institute, un’organizzazione internazionale no-profit dedicata alla ricerca sul campo, all’educazione ambientale e interculturale, e alla conservazione degli scimpanzé e del loro habitat, minacciati dalle attività umane.
Autrice di numerosi libri, Jane è protagonista anche di documentari, tra cui Jane (2017), di Brett Morgen, che racconta anche la sua vita privata, tra cui il rapporto con il figlio e i due matrimoni.
Diverse fotografie hanno immortalato momenti di straordinaria bellezza, come quella in cui uno scimpanzé sfiora con dolcezza i suoi capelli.
Per approfondire: Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie, Ledizioni, Milano 2023.
Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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