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Mercoledì, 01 Ott 2025

Biochimica britannica e pioniera della cristallografia a raggi X, Dorothy Crowfoot Hodgkin (1910-1994) ricevette il Premio Nobel per la Chimica nel 1964 per i suoi contributi rivoluzionari alla comprensione della struttura e del funzionamento delle molecole biologiche.

Nel 1987, ottenne anche il Premio Lenin per la pace, a riconoscimento del suo impegno per il disarmo e la distensione durante la Guerra Fredda.

Nata al Cairo, dove il padre lavorava come archeologo, Dorothy si avvicinò alla scienza fin da bambina, aiutando i genitori negli scavi e coltivando un precoce interesse per la mineralogia e la chimica.

Nonostante una iniziale inclinazione verso l’archeologia, scelse la cristallografia e, nel 1932, si laureò a Oxford. Qui, grazie all’uso dei raggi X, cominciò a svelare le strutture atomiche di sali e composti organici.

Hodgkin perfezionò la tecnica della diffrazione a raggi X, applicandola a molecole sempre più complesse: dalle proteine come insulina ed emoglobina, fino ai virus.

Fu anche tra le prime a utilizzare i computer nell’analisi dei dati sperimentali, aprendo la strada a un metodo oggi fondamentale per la biochimica. Nel 1934, realizzò le prime immagini ai raggi X dell’insulina, gettando le basi di scoperte decisive per la biologia moderna.

Il suo talento, però, si scontrò spesso con il sessismo accademico, che la escluse da convegni e discussioni scientifiche riservate agli uomini. Nonostante ciò, nel 1946 partecipò al congresso che portò alla fondazione dell’Unione Internazionale di Cristallografia.

Tra il 1942 e il 1949, riuscì in una delle imprese scientifiche più ambiziose: la determinazione della struttura della penicillina, il primo antibiotico conosciuto.

Mentre altri ricercatori si affidavano alla chimica tradizionale, Hodgkin impiegò la cristallografia a raggi X, fornendo dati fondamentali per lo sviluppo di nuovi antibiotici.

Nel 1947 fu ammessa alla Royal Society, e tra i suoi studenti figurò anche la futura prima ministra britannica Margaret Thatcher.

Negli anni Cinquanta, con Kenneth Trueblood e P. Galen Lenhert, determinò la struttura della vitamina B12, una conquista che contribuì direttamente alla sua vittoria del Nobel.

Nel 1965, la regina Elisabetta II le conferì l’Order of Merit, riconoscimento concesso prima di lei a una sola altra donna scienziata: Florence Nightingale.

Impegnata anche sul fronte sociale, nel 1970, fondò a Bristol la Hodgkin Scholarship e la Hodgkin House, a sostegno del diritto allo studio per giovani provenienti da Africa e Asia.

Parallelamente, si dedicò all’attività pacifista nel movimento Pugwash, fondato da scienziati per promuovere cooperazione internazionale e disarmo nucleare. Fece parte dell’Accademia delle Scienze dell’URSS, scelta che le costò l’ostilità degli Stati Uniti, dove le fu temporaneamente vietato l’ingresso.

La passione per i paesi africani, nata durante l’infanzia, si consolidò con il matrimonio con Thomas Hodgkin, medico specializzato in malattie tropicali, con cui ebbe tre figli.

Il Daily Mail celebrò il Nobel di Dorothy Hodgkin con il titolo: ‘Casalinga di Oxford vince il Nobel’. Evidentemente, l’idea che una donna possa essere prima di tutto scienziata era chiaramente troppo futuristica.

Per approfondire: Scienziate nel tempo. Più di 100 biografie, Ledizioni, 2023.

Sara Sesti
Matematica, ricercatrice in storia della scienza
Collabora con l'Università delle donne di Milano
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