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- di Redazione
di Biancamaria Gentili
La notizia ha del clamoroso per quanti, soprattutto sindacalisti confederali, erano convinti che la previdenza complementare attecchisse nel pubblico impiego.
di Maurizio Sgroi*
Poiché non esistono pasti gratis, come insegna un vecchio proverbio americano degli anni ’30 reso celebre da un libro di Milton Friedman, è bene sottolineare che tale regola non funziona solo per la spesa pubblica, come vorrebbero i seguaci del maestro di Chicago. Tutt’altro. Il concetto sottinteso nella massima, ossia che qualcuno pagherà sempre per i vantaggi ricevuti da qualcun altro, ha valore universale in un ambito economico competitivo e non cooperativo.
di Biancamaria Gentili
La Repubblica italiana, non avendo imposto a tutti i datori di lavoro di prevedere, in funzione delle esigenze delle situazioni concrete, soluzioni ragionevoli applicabili a tutti i disabili, è venuta meno al suo obbligo di recepire correttamente e completamente l’articolo 5 della direttiva 2000/78/CE del Consiglio, del 27 novembre 2000, che stabilisce un quadro generale per la parità di trattamento in materia di occupazione e di condizioni di lavoro.
di Maurizio Sgroi*
Nella mia beata ignoranza mi bevo come un cavallo assetato le prediche pressoché quotidiane sulla potenza taumaturgica della competitività, l’ennesima parola magica che nel felpato mondo dell’economia e della politica viene declinata urbi et orbi quale unico rimedio per i mali del nostro tempo: dalla mancanza di lavoro che sta affamando varie generazioni, alla situazione sempre più traballante della finanza internazionale, minacciata dal paventato disimpegno delle banche centrali, e soprattutto della Fed.
di Maurizio Sgroi*
I mercati russi, come d’altronde tutti gli altri, hanno reagito molto male alla notizia che la Fed è intenzionata a rallentare la sua politica di espansione monetaria. Ed è comprensibile: sono esplosi i timori che anche la Russia, afflitta negli ultimi anni da un costante deflusso di capitali, finisca nel frullatore dei paesi emergenti .
Redazione
Con sentenza n. 2446/2013, il Tar del Lazio (Pres. Orciuolo, Est. Bignami) ha annullato la circolare n. 2 del 2012 del Dipartimento della Funzione Pubblica, nella parte in cui stabilisce che l’amministrazione dovrà collocare a riposo al compimento del 65° anno di età i dipendenti che nell’anno 2011 erano già in possesso della massima anzianità contributiva, o comunque dei requisiti prescritti per l’accesso ad un trattamento pensionistico diverso dalla pensione di vecchiaia.
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