Anche quest’anno, vogliamo ricordare la vicenda dei terremoti che sei anni fa colpirono la Bassa Emiliana e tutte le contraddizioni che, nell’occasione, mostrarono gli esperti della Commissione Grandi Rischi (CGR) e i politici.
Il 20 maggio 2012, un terremoto di magnitudo 6 circa colpì la Bassa Emiliana. Alcune vittime e danni diffusi. Nessuna riunione immediata della CGR. Nessuna indicazione stringente su i comportamenti da seguire. I cittadini ripresero la loro vita di tutti giorni: tornarono al lavoro, a scuola, alle normali attività, come se nulla fosse successo.
Il 29 maggio 2012, si verificò una seconda scossa, con ulteriori danni e con molte vittime. Emerse così la grave omissione commessa dalla CGR non avendo evidenziato l’alta probabilità, la quasi sicurezza, di una scossa successiva ravvicinata, come sempre avviene in Italia.
La CGR si riunì solo il 5 giugno. In quell’occasione, fu tirata fuori dal cilindro l’incongrua “significativa probabilità” di una terza scossa verso Ferrara. Significativa probabilità di attivazione del “terzo segmento”, come lo chiameranno quegli esperti tardivi in cerca di visibilità mediatica. Le parole precise: “Nell'area già interessata dalla sequenza in corso, è significativa la probabilità che si attivi il segmento compreso tra Finale Emilia e Ferrara con eventi paragonabili ai maggiori eventi registrati nella sequenza".
L’8 giugno 2012, il presidente del Consiglio Mario Monti annunciò da Palazzo Chigi la “significativa probabilità”. Se il massimo potere esecutivo del Paese, per la prima volta nella storia del mondo occidentale, fece una dichiarazione simile significa che fu convinto con argomenti “schiaccianti”, che però non sono mai stati resi noti.
Monti ringraziò il Presidente della CGR Luciano Maiani, il coordinatore della sezione sismologica della CGR, Domenico Giardini e il presidente dell’INGV, Stefano Gresta, presenti in sala, per averlo reso edotto della “significativa probabilità”.
Maiani si dimise dopo qualche tempo e venne sostituito da un altro fisico, di cui avemmo modo di “apprezzare” gli exploit durante la lunga sequenza sismica del 2016. Poi anch’egli venne rimosso insieme a Giardini e a Gresta. Successivamente, tutti i membri della commissione sono stati sostituiti.
La CGR fu creata da Zamberletti proprio per dare indicazioni immediatamente dopo scosse importanti. L’idea gli venne dal terremoto friulano del 6 maggio 1976 che, quattro mesi dopo, fu seguito da forti scosse creando non pochi problemi alle popolazioni che non se l’aspettavano.
Ricorderò sempre quanto disse la Signora Anna al Resto del Carlino il 30 ottobre 2014: “Ogni giorno è più amaro del giorno prima. È vergognoso perdere i figli sul luogo di lavoro. Non dovevano aprire le aziende in attesa di capire qualcosa di più. Se i nostri figli fossero morti il 20 maggio, il giorno della prima quanto inaspettata scossa, sarebbe stato davvero il destino, dopo no, dopo non si può incolpare il caso. Le loro sono state 'morti annunciate' che si potevano evitare". La Signora Anna è la madre di Giordano, trentenne, morto nel crollo di uno dei capannoni il 29 maggio. La Signora Anna mostrò molto più buon senso e intelligenza di tutti i membri la CGR dell’epoca che finora l’hanno fatta franca.
Paradossalmente - a mio avviso - i membri della CGR, al momento, furono “salvati” dal danneggiamento molto esteso provocato dai due terremoti. Per il titolo V della Costituzione il rispetto delle norme di costruzione in zona sismica è di competenza esclusiva delle Regioni. È lecito allora immaginare che tacitamente si creò una specie di accordo fra Regione e CGR: la prima non rinfacciò alla CGR la sua omissione e la seconda non fece notare la mancanza del rispetto delle norme di costruzione.
A proposito delle norme di costruzione ricordiamo che nel 1998, l'INGV, da me presieduto, aveva proposto una nuova classificazione di tutto il territorio nazionale. Tra l’altro, vi si suggeriva che i Comuni dell'Emilia, quelli colpiti dalle scosse del 2012, venissero classificati almeno in terza categoria. E questo, quattordici anni prima della tragedia. Nel 2003, a seguito dell’emozione causata dal terremoto di San Giuliano di Puglia, la riclassificazione 1998 aggiornata venne pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale.
La Regione Emilia Romagna approvò la classificazione 2003 ma ne lasciò opzionale l'applicazione. Resterà opzionale fino al 30 giugno 2009, quando entrò in vigore la Normativa Tecnica del Ministero delle Infrastrutture del 2008 (NTC08), a seguito del terremoto aquilano. Nel 2006, venne poi promulgato il Decreto che adotta come riferimento la Mappa MPS04 dell’INGV che diventò così la Mappa di Pericolosità Sismica ufficiale dello Stato.
A quel punto la Regione Emilia-Romagna avrebbe potuto mettere in seconda categoria alcuni dei Comuni colpiti nel 2012. Comunque, che la Bassa Emiliana potesse essere luogo di scosse fino a magnitudo 6, anzi per la precisione 6.2, era ben noto all'INGV molto prima del 2012.
Ancora non si è voluta chiarire questa brutta pagina della nostra storia recente. Destano tuttora sconcerto i vergognosi tentativi che furono messi in atto per distogliere l'attenzione dalle gravissime omissioni scientifiche e politiche: estrazioni petrolifere che generano terremoti a distanza; depositi di gas progettati ma inesistenti tuttavia sismogenetici; la Mappa di Pericolosità ufficiale che sottovaluta la sismicità, addirittura il fracking fatto di nascosto!
Per deresponsabilizzarsi, il 5 luglio del 2013, un anno dopo i terremoti, venne organizzato, presso la Terza Torre del Palazzo dei Congressi di Bologna, un convegno dal titolo: “Verso una nuova mappa della pericolosità sismica", a cui parteciparono i soliti "esperti” e funzionari regionali sotto la guida della Assessora alla Protezione Civile Paola Gazzolo. Si voleva dimostrare che la Mappa di Pericolosità sottovalutava la sismicità dell’Emilia e, quindi, la colpa dei danni sarebbe stata dell’INGV.
Non è un caso che il convegno non portò ad alcun risultato: solo chiacchiere. Ma le bugie hanno le gambe corte: la stessa Assessora due anni prima, l’11 maggio 2011, aveva concluso i lavori di un convegno a Modena, il cui scopo era addirittura quello di snellire la normativa sismica, che "bloccava lo sviluppo" della Regione! Un anno prima dei terremoti si propone di addolcire la normativa mentre, un anno dopo i terremoti, si sostiene che la Mappa INGV non fosse abbastanza severa.
Un altro tentativo per sviare i sospetti fu indicare il Deposito di Rivara come causa dei terremoti del 2012. Il progetto, peraltro solo accennato, era stato bloccato proprio dalla Regione, ben prima del 2012. La Gazzolo, in un suo discorso, si vantò di averlo bocciato. Quindi: la Regione boccia il Deposito di Rivara poi, dopo aver impedito che fosse realizzato, lo indica come possibile causa dei terremoti.
Dopo aver neutralizzato, quasi manu militari, l’innocuo Deposito di gas a Rivara, in Emilia si ricominciano ad autorizzare ricerche molto invasive di idrocarburi e combustibili fossili. Persino a Mirandola, a due passi da Rivara. E questo in stretta collaborazione con l’INGV, che non a caso recentemente ha firmato un Accordo con l’Assomineraria, benedetto dal MISE.
Con tutti gli impegni che sta assumendo l’INGV sarà in grado di continuare, in maniera professionale come nel passato, la sorveglianza sismica e vulcanica di un Paese ad alta pericolosità come l’Italia? Recenti episodi, poco commendevoli, fanno sorgere molti dubbi al riguardo.
Sismologo, Vulcanologo, Geofisico
Accademia Nazionale dei Lincei