- Dettagli
- di G. Braghin e G. Proietti Lupi
Poter capire cosa succede all’interno dell’Istat è sempre un’impresa degna delle dodici fatiche di Eracle, poi Ercole nella mitologia romana.
Luigi Nicolais, presidente del Consiglio nazionale delle ricerche (Cnr), e Stefano Paleari, presidente della Conferenza dei Rettori delle Università (Crui), con una nota congiunta del 22 gennaio scorso, hanno scritto al premier Matteo Renzi e, per conoscenza, al ministro Stefania Giannini, titolare del Miur, per contestare un provvedimento adottato dal governo con il decreto-legge 24 gennaio 2015, n. 3 (in G.U. n. 19 del 24 gennaio 2015; in vigore dal 25 gennaio 2015), avente ad oggetto “Misure urgenti per il settore bancario e gli investimenti”.
L’Istat da ieri pomeriggio, dopo una reggenza di più di un anno affidata a Paolo Weber, ha un nuovo direttore generale. Si tratta di Tommaso Antonucci, 42 anni, romano, laurea in Economia all’Università La Sapienza di Roma. La nomina è stata deliberata dal cda, su proposta del presidente Giorgio Alleva.
Il concorso interno ex art. 15 per 4 dirigenti tecnologi di 1° livello – Area Organizzativo Gestionale/Giuridico Amministrativa, bandito dal Cnr il 20 maggio 2013, di cui Il Foglietto si è occupato la scorsa settimana, sta rivelando inaspettate sorprese.
Come i nostri lettori forse ricorderanno, in un recente articolo di questo giornale lamentavamo il progressivo assottigliarsi dei resoconti delle riunioni del cda dell’Istat, tanto che da ultimo l’ordine del giorno risultava più lungo del resoconto stesso. E tuttavia, piaccia o meno, per conoscere le scelte dei decisori, al resoconto occorre tornare e da questo sempre ripartire.
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