Con ordinanza n. 8813/2025, pubblicata l’11 novembre scorso, il Consiglio di Stato (CdS) in merito al ricorso in appello n. 7267/2023 - proposto da Ministero dell'Agricoltura della Sovranità Alimentare e delle Foreste, Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, Ministero della Salute - ha sospeso il proprio giudizio, inviando in via pregiudiziale gli atti di causa alla Corte di Giustizia dell’Unione Europea, con sede a Lussemburgo.
Materia del contendere, la sentenza n. 2616/2023, con la quale il TAR del Lazio aveva accolto, nei sensi e nei limiti di cui in motivazione, il ricorso presentato Società Agricola Jure, per l’annullamento del "decreto ministeriale del 21 gennaio 2022 (registrato alla Corte dei conti il 10 maggio 2022 e pubblicato in G.U. n. 115 del 18 maggio 2022), recante “Elenco delle specie di piante officinali coltivate nonché criteri di raccolta e prima trasformazione delle specie di piante officinali spontanee”.
La decisione assunta dai Giudici del massimo organo della Giustizia amministrativa è stata determinata dalla sussistenza di un possibile conflitto tra la legislazione del nostro paese e quella della UE in materia di coltivazione e commercio della cosiddetta cannabis light, ovvero della canapa sativa con basso contenuto di tetraidrocannabinolo (THC).
Qualora i Giudici del Lussemburgo dovessero confermare l’ipotizzato conflitto, a prevalere, come noto, sarebbe la legislazione europea rispetto a quella italiana. E non sarebbe la prima volta.

