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Sabato, 04 Mag 2024

Con la mostra dal titolo LameLapis, personale doppia di Oscar Turco e Paolo Di Nozzi, si inaugura il progetto del critico d'arte Roberto Gramiccia Atelier Quattro Fontane, sostenuto e reso possibile da Stefano Compagnucci, il quale trasformerà periodicamente il suo Atelier, situato davanti alla Galleria Nazionale di Arte Antica a Palazzo Barberini, in un luogo di ricerca, accoglienza e promozione di eventi espositivi e di confronto che, sotto la direzione dello stesso Gramiccia (che, a chi scrive, ha rilasciato una intervista riportata in calce al presente articolo), saranno finalizzati ad aprire una riflessione sugli attuali assetti dell’arte post-contemporanea.

L’iniziativa nasce dalla constatazione della crisi che attraversa non solo l’arte ma la cultura nel suo complesso. Crisi che ritrova nelle deformazioni prodotte dall’attuale industria culturale, di cui il sistema dell’arte è un’articolazione, le sue ragioni di fondo. Queste ultime sono esplicitate e riassunte nel doppio decalogo, pubblicato nel catalogo che accompagnerà la mostra di Turco e Di Nozzi.

Nel predetto catalogo si legge, tra l’altro: «LameLapis non è il nome di una divinità mitologica, di una categoria esoterica o di una marca di lamette da barba. È, invece, molto più semplicemente, il titolo di una mostra che prende origine dall’accostamento di due parole: lame e lapis. Due parole semplici e foneticamente affini, che sintetizzano efficacemente il fare dei due artisti che oggi con la loro personale “doppia” inaugurano il progetto da noi battezzato Atelier Quattro Fontane. Ma andiamo con ordine. Anzitutto i due artisti sono Oscar Turco e Paolo Di Nozzi. Il primo, noto e stimato a Roma e in Italia, per la sua apprezzatissima e pluridecennale ricerca visiva, prevalentemente realizzata su superfici bidimensionali; il secondo, uno scultore-scultore che, come lo scrittore Gesualdo Bufalino, ha iniziato tardi la sua carriera di artista plastico, bruciando le tappe di un percorso che appare oggi giunto a piena e precoce maturazione. I lavori che oggi Oscar Turco propone sono tutti realizzati a grafite, ottenuti dunque con l’uso di una semplice matita: un lapis appunto. Quelli di Paolo Di Nozzi, invece, nascono dallo sforzo plastico di trovare forme acconce a delle semplici molle di acciaio di recupero, taglienti quindi e molto simili a lame».

Una volta chiarito il razionale del titolo, solo apparentemente bizzarro, sarà opportuno, per dare un’idea delle suggestioni evocate dalla mostra, far riferimento alla «forza plastica delle lame di acciaio di Di Nozzi mentre dialogano con la delicatezza estrema del tratto e dell’esito formale delle immagini rarefatte di Turco che, nel teatro di un’unica enigmatica e simbolica stanza, ci racconta gli stati d’animo vissuti durante l’incubo della pandemia».

Le mostre che si succederanno nell’Atelier Quattro Fontane avranno cadenza bimestrale. Saranno di breve ma non brevissima durata e saranno concepite come i capitoli di un’unica narrazione, interessata a fare della ricerca della qualità, a prescindere dagli stili e dai linguaggi, il suo esclusivo interesse.

Il vernissage della Mostra di Oscar Turco e Paolo Di Nozzi si terrà, presso l'Atelier Quattro Fontane, giovedì 15 giugno 2023 alle ore 18, in Via delle Quattro Fontane n. 148 - Roma -  Dal 16 al 29 giugno, dal martedì alla domenica, dalle ore 17 alle 20. Per info: 3925315976.

Intervista a Roberto Gramiccia
di Ginevra Amadio

LameLapis, la doppia personale di Oscar Turco e Paolo Di Nozzi, inaugura il progetto “Atelier Quattro Fontane”, teso a un confronto serrato con i temi del presente, volto a ragionare sul rapporto tra arte e poli-crisi. Come è nata l’idea?

L’idea è nata dalla constatazione della scarsità di luoghi aperti a Roma alla discussione critica sugli attuali assetti dell’industria culturale e del sistema dell’arte che ne è espressione particolare. Noi crediamo che questo sistema non faccia gli interessi dell’arte. Siamo convinti, al contrario, che le dinamiche che da esso prendono origine, condizionate da prevalenti ragioni economiche e completamente disinteressate al concetto di “qualità”, siano nocive, tossiche e banalizzanti. Per questo Atelier Quattro Fontane sarà un luogo di combattimento culturale. Uno spazio inquieto e, come ho scritto più volte, “sgarbato” nei confronti di tutti i coloro che ritengono che quello in cui viviamo sia il migliore dei mondi possibili.

Il titolo della mostra nasce dall’accostamento di due parole, lame e lapis, che sintetizzano l’agire dei due artisti coinvolti. Un’affinità di vedute che si sostanzia già nei termini, dunque.

Oscar Turco e Paolo Di Nozzi sono due artisti diversi. Ma una cosa condividono: l’impegno nella ricerca di soluzioni formali che abbiano a che vedere con il buono, possibilmente con l’ottimo, invariabilmente con il meglio. Il primo presenta una serie di opere, realizzate appunto con un lapis, essenziali e misteriose. Il loro impianto neometafisico ripropone i canoni di un minimalismo che, senza squilli di tromba, nel silenzio più assoluto, rievocano le cupe angosce della pandemia. Il secondo, scultore di talento, usa delle molle di metallo di recupero che somigliano a lame taglienti, per dare forma plastica a volute che sfidano lo spazio in un esercizio capace di far dialogare il barocco e l’arte povera.

Quali progetti, quali visioni animeranno l’Atelier Quattro Fontane?

L’idea è quella di proporre nel piccolo ma suggestivo atelier, preziosamente situato davanti alla Galleria nazionale di arte antica e messo a disposizione da Stefano Compagnucci, una serie di mostre ideate e curate dal sottoscritto. Queste ultime, con un ritmo bimestrale, nei modi e attraverso i linguaggi più disparati, raccontano un’unica storia: quella di una ricerca indipendente ed emancipata dal dispotismo di una legge che pretende che tutto possa essere arte alla sola condizione che sia certificato dal sistema che ne governa i destini. Si tratta di un principio che rifiutiamo con la forza dei fatti messa a disposizione dagli artisti che lavoreranno con noi. Io li ringrazio, a cominciare dai primi due.

Ginevra AmadioGinevra Amadio
giornalista culturale
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