Lo chiamano OEF, Operational Earhquake Forecasting, che in italiano significa previsione operativa dei terremoti. L'autore, con i suoi accoliti, pur essendo italiano, preferisce mantenere la locuzione inglese perché non ha il coraggio di sostenere che è in grado di prevedere i terremoti anche se, chiaramente, lo vuol lasciare intendere. È alla disperata ricerca di un po' di visibilità, quella visibilità che non è riuscito a conseguire sulla base di originali risultati scientifici nella moderna ricerca per lui troppo difficile.
Dico subito che nutro per queste attività e per i loro autori il più profondo disprezzo e, quindi, non escludo di essere poco oggettivo in questo mio scritto.
Consiglio quindi di leggere anche un testo che su questo argomento Massimiliano Stucchi ha recentemente scritto sul suo blog (terremotiegrandirischi.com) in modo molto ben argomentato e asettico.
Continuare a utilizzare la locuzione inglese, OEF, appare particolarmente ridicolo e incongruo, visto che il metodo è stato rapidamente abbandonato proprio in California.
In ogni caso, che sia in inglese o che sia in italiano, di "operational/operativo" nell'OEF non c'è assolutamente niente. Operatività nulla: solo chiacchiere!
Ne ho già parlato sul Foglietto il 3 giugno scorso e ne riparlo adesso perché si sta cercando vergognosamente di riproporlo ancora una volta e, questa volta, in maniera ufficiale! Vergognosamente perché in pratica, se ci si riflette, è un invito a noi cittadini ad arrangiarci di fronte al rischio sismico a cui siamo esposti in quasi tutto il territorio nazionale.
L'OEF consiste nel dire che la probabilità che in una certa zona si verifichi un terremoto è molto bassa, tipicamente una probabilità su mille, ma che a un certo momento è aumentata essendo precedentemente una su diecimila. Non sono numeri che sto dando a caso: è proprio così! Quindi con una probabilità su mille, ma anche con una probabilità su cento, si dovrebbero evacuare scuole, ospedali, uffici ... per un periodo indeterminato di tempo.
Ovviamente noi "irresponsabili" penseremmo che ci sono novecentonovantanove probabilità su mille, o novantanove su cento, che non succeda niente e forse non prenderemmo sul serio questo ridicolo allarme.
E allora a cosa serve l'OEF? Per noi cittadini, assolutamente a niente! Però può servire a chi fa questi annunci: in un paese sismico come l'Italia un terremoto può sempre verificarsi e allora gloria imperitura per il previsore operativo...
Per far questo però basterebbe guardare la Mappa di Pericolosità Sismica e tirare ad indovinare una volta alla settimana. Sarebbe del tutto equivalente anche sotto il profilo puramente statistico.
Ma con la scusa di questo OEF la cosa più importante per l'autore è quella di avere la giustificazione per poter fare annunci settimanali, sperando così di creare uno stato di preoccupazione costante (che lui definisce di informazione costante), che favorirebbe la decisione di assicurare la casa dove si vive, gli edifici dove si lavora … fino a far accettare supinamente l'assicurazione obbligatoria, di cui si parla da tempo!
Non è forse un caso che le tecniche statistiche utilizzate nell'OEF sono mutuate dalle grandi Compagnie di Assicurazione, addirittura da quelle che assicurano le Assicurazioni stesse, e magari pronte a onorare ricche consulenze.
Quando si cita questo argomento si tirano fuori, a titolo di esempio, gli Stati Uniti e il Giappone, dimenticando che in quei Paesi è obbligatoria la messa in sicurezza degli edifici, non l'assicurazione!
Da noi l'assicurazione obbligatoria sarebbe solo un'ulteriore tassa sulla casa.
Anche di questo ho parlato nel Foglietto dell 26 novembre del 2013, con un articolo dal titolo "Calamità naturali, assicurazioni obbligatorie ... morale facoltativa".
Ma c'è di più: l'OEF non solo favorisce l'assicurazione obbligatoria: si può facilmente utilizzare anche per incentivare la vendita di strumentazione obsoleta e inutile ma decisamente lucrosa per alcuni! Antica regola del mercato: creare il bisogno, in questo caso la paura continuata, e poi soddisfarlo anche se solo apparentemente con qualche piccolo strumento, che potrebbe funzionare al più come talismano contro la sismicità.
Ci troviamo di fronte a un agguerrito gruppo di persone senza scrupoli ma con idee molto chiare, anche se non molto elevate, su quelli che sono i loro interessi.
Questo pervicace desiderio di monetizzare tutto al più basso livello possibile deve far preoccupare chi ha a cuore il futuro della ricerca scientifica in un settore così delicato.
Un aspetto da evidenziare è che molte di queste iniziative vengono impropriamente giustificate sulla base della sentenza del processo de L'Aquila.
Sentenza che pochi hanno letto e che per essere "apprezzata nel suo giusto valore" dovrebbe essere analizzata insieme a tutti gli atti (anche su questo ho già scritto sul Foglietto il 10 giugno scorso).
Dal punto di vista scientifico, il comportamento di Giulio Selvaggi e mio alla famosa riunione del 31 marzo 2009 fu inappuntabile. E la lettura degli atti potrebbe confermarlo.
Questo per chiarire che gli assurdi comportamenti di questo manipolo di persone non sono assolutamente giustificabili da ciò che è avvenuto al processo.
Guardando al passato più recente, ancora non è stato spiegato perché subito dopo la scossa del 20 maggio 2012 in Emilia non hanno dato un allarme o almeno un avvertimento: probabilmente si sarebbero potute salvare molte delle vittime della scossa successiva, quella del 29 maggio. E questo malgrado i continui richiami alla comunicazione e alla trasparenza fatti dagli stessi personaggi che adesso si trincerano dietro ingiustificabili riserbi.
Già: la sequenza emiliana sarebbe stato un caso facilissimo di applicazione dell'OEF, che sostanzialmente diviene operativo quando l'attività sismica inizia.
C'è da dire che in Emilia era più che probabile che si verificasse un'altra scossa ravvicinata nel tempo e nello spazio e che non c'era bisogno dell'OEF o amenità simili per ipotizzarlo.
Questo è stato peraltro rigorosamente dimostrato da un gruppo di ricercatori stranieri, fuori cioè da conventicole e accordi di vari natura.
Pensandoci mi viene il sospetto che l'allarme fatto lanciare dal solito gruppetto dall'allora Presidente Mario Monti il 5 giugno in Emilia, quando ormai la sequenza sismica era conclusa, fosse un tentativo di far dimenticare questa gravissima omissione sperando in una terza scossa o scossetta nel cosiddetto "terzo segmento", cioè in un improbabile prolungamento dell'attività della faglia verso Ferrara.
Fortunatamente per i ferraresi e sfortunatamente per gli artefici di queste risibili "novità scientifiche" non ci fu né scossa e né scossetta.
Il tentativo di far passare un piccolo sisma del 6 giugno in mare al largo di Ravenna come prova della validità della previsione fatta è stata non solo ridicola ma anche patetica, tipica di persone ormai prive di ogni dignità.
Invocare l'ormai famoso "terzo segmento" quando ormai la sequenza sismica era conclusa e in ogni caso la sismicità si spostava nella direzione opposta è un fatto di cui l'artefice con i suoi sodali dovrebbe vergognarsi e prenderne doverosamente atto.
Ma ancora più grave e vergognosa è la ricerca frenetica di cause fantasiose, per usare un eufemismo, delle scosse emiliane del 2012 fatta per sviare l'attenzione da gravissime omissioni e dalle assurdità del "terzo segmento", dopo che il ridicolo tentativo di prolungarlo fino al centro dell'Adriatico era miseramente fallito.
La stessa persona che, insieme ai suoi compari, ideò il "terzo segmento" come sede di una forte scossa, certamente indicò anche i pozzi petroliferi in località Cavone come causa dei terremoti emiliani.
Questo Cavone avrebbe innescato un terremoto a 20 km di distanza il 20 maggio senza innescare una possibile zona sismogenetica nelle sue immediate vicinanze che, però, avrebbe poi provveduto ad attivare, come in un ripensamento, nove giorni dopo, il 29 maggio! Per fortuna sono "arrivati gli americani" che hanno spiegato che quello del 20 maggio era un fenomeno naturale che ha probabilmente innescato quello del 29, naturale anch'esso.
Una commissione INGV ha successivamente condiviso questa interpretazione. In realtà tutti i terremoti sono naturali anche se alla loro preparazione e accadimento possono contribuire fattori diversissimi tra loro che non è però possibile conoscere o misurare essendo i processi in gioco praticamente inaccessibili all'osservazione diretta. Argomenti che possono giustificare discussioni accademiche, spesso sterili, ma inutili per la salvaguardia della vita umana: solo edifici costruiti adeguatamente risolvono i problemi della sicurezza di noi cittadini.
Ben 4 (quattro) commissioni ministeriali, fatte di ricercatori dei principali enti di ricerca che si occupano di Scienze della Terra, non sono state capaci di dirimere una questione tanto banale. Si è arrivati al punto di "validare" un modello di zona sismogenetica senza verificarne sperimentalmente i risultati: in altre parole si è tornati alla scienza pre-galileiana, all'ipse dixit!
C'è voluta una commissione di americani ingaggiati dall'ENI per i suoi scopi per uscire da una situazione diventata grottesca, per assolvere il Cavone dalla colpa di provocare terremoti, che stava mettendo in ginocchio l'industria dell'approvvigionamento energetico nazionale con il rischio di provocare decine di migliaia di disoccupati.
Tutta la vicenda ha comunque portato giustamente i cittadini a credere sempre meno nelle istituzioni scientifiche nazionali e sarà difficile recuperare la credibilità del passato.
È evidente che il tentativo apparentemente riuscito di rendere sistematico l'utilizzo dell'OEF con tutto ciò che lo precede e l'accompagna è il sintomo inconfutabile di una situazione gravissima che andrebbe al più presto raddrizzata drasticamente se non altro perché ha a che fare con la sicurezza dei cittadini.
Non è chiaro quale autorità abbia reso possibile una simile iniziativa. È però chiarissimo che se dovesse continuare questo andazzo, d'ora innanzi, in caso di terremoto, non si potrà più contare nelle istituzioni dello Stato, come invece è sempre avvenuto nel passato. Nella migliore delle ipotesi ci sentiremo dire "vi avevamo avvertiti"!
La sola difesa che vedo da questa situazione è pretendere, come è nostro diritto, che ad ogni comunicato OEF vengano associate tutte le indicazioni da seguire per essere messi in situazioni di sicurezza: quali edifici evacuare, per quanto tempo ... e via dicendo.
Non si è ancora capito, temo, che previsione operativa dei terremoti significa sopratutto dare suggerimenti cogenti su come comportarsi immediatamente dopo l'annuncio del possibile verificarsi di un evento sismico, qualunque tecnica di previsione venga utilizzata.
E non significa, come chiaramente si spera, che serva a far sentire importante qualche ricercatore frustrato e depresso che, ormai alla conclusione della sua misera carriera, cerca di realizzare qualcosa per avere anche lui un po' di gloria e, forse, qualcos'altro ...
Un giorno racconterò le squallide storie, che ben conosco, di questi incongrui personaggi per impedire che si ricreino ancora le premesse che hanno consentito che l'ignoranza e l'irresponsabilità abbiano spazio nella gestione di un bene comune così importante come il raggiungimento della sicurezza sismica.
Sicurezza che può essere perseguita, come è stato ampiamente dimostrato già in altri Paesi sismici, senza tante inutili sceneggiate.
*Geofisico
Post scriptum
Chi aveva decisamente a cuore la qualità della ricerca scientifica e che per essa si era decisamente impegnata senza far inutili proclami era Franca Falcucci, la prima donna in Italia ad occupare la poltrona di Ministro della Pubblica Istruzione (che all'epoca inglobava anche la Ricerca Scientifica), che è venuta a mancare pochi giorni fa.
È grazie alla Falcucci che, a partire dal 1982, riuscimmo a far ripartire l'ING con pochissimi ricercatori e tecnici ma con tanto entusiasmo e voglia di fare! Ricordo ancora con commozione e riconoscenza quando venne a visitare l'Istituto, che allora si trovava in via di Villa Ricotti, ospitato dalla Polizia di Stato!
Venne a celebrare con noi il cinquantenario della fondazione dell'ING, avvenuta nel 1936 su iniziativa di Guglielmo Marconi.
Insieme a Giuseppe Zamberletti e a Domenico Fazio, direttore del Ministero, Franca Falcucci fece in modo da soddisfare tutte le nostre richieste per poter dotare l'Istituto degli strumenti necessari per poter sviluppare la ricerca geofisica al meglio delle possibilità tecnologiche dell'epoca. Nasce così la Rete Sismica Nazionale, il Centro di Calcolo, la Sorveglianza Sismica 24 ore su 24 (con turni anche di 14 ore consecutive per i pochi tecnici e ricercatori dell'organico dell'epoca)...
È allora che vengono messe le basi per trasformare un ente inizialmente considerato da sopprimere in quello che sarà l'INGV, il miglior ente di ricerca italiano nel periodo 2004-2010 e uno dei primissimi al mondo.
Un ente che ha addirittura ricevuto le congratulazioni da parte della Corte dei Conti, fatto rarissimo!
Ma Franca Falcucci ha fatto anche altro per la Geofisica: mi consentì di creare un gruppo universitario di notevole rilevanza quantitativa presso l'Università di Bologna, inizialmente costituito da tre cattedre da ordinario e da quattro posti di professore associato.
Molti dei geofisici che si aggirano nel bene e nel male per l'Italia si sono formati a Bologna.
Sempre con la Falcucci riuscii a introdurre nel sistema universitario italiano materie come Fisica della Terra Solida, Sismologia Teorica, Sismometria, Tettonofisica ...che consentirono uno svecchiamento dell'insegnamento del settore fino ad allora limitato a uno o due corsi in ambito puramente geologico con connotati naturalistici-descrittivi.
Ma ciò che mi piace particolarmente ricordare è il documento passato alla storia come "Documento Falcucci", che mise le fondamenta per la legge sull'integrazione dei disabili nelle scuole. Fu così gettato un definitivo colpo di spugna sulle scuole differenziate per handicappati e spalancato le porte alla civiltà.
Se oggi i bambini meno fortunati frequentano le stesse scuole di quelli più fortunati è grazie a Franca Falcucci. Bisogna avere qualche handicap per apprezzarlo compiutamente.
Grazie, indimenticabile Ministro Falcucci!