Bisogna evitare che i risultati di New York, Virginia, strappata ai repubblicani, e New Jersey con due donne in prima fila elette governatrici, siano male interpretati.
La mia opinione è che il loro valore sta nel fatto che Mamdani, per le ragioni note, più a sinistra nella "grande mela" e le due donne democratiche, più moderate in Virginia e New Jersey, abbiano vinto.
Confesso di non conoscere come le due donne democratiche abbiano fatto, su quali tasti abbiano battuto nelle loro campagne elettorali, ma sta di fatto che tutto il fronte anti Trump da quello più a sinistra del socialista e musulmano anti Tycoon Mamdani a quello più moderato di Mikie Sherrill in Virginia (strappata ai repubblicani) e Abigail Spanberger in New Jersey.
L'insegnamento più eclatante viene da New York e può dirsi universale, sempre, ovviamente, come avvertiva Gramsci, previa "un'accurata ricognizione di carattere nazionale", sia per quanto riguarda l'America che l'Italia. Ed è il fatto che i tasti su cui ha battuto Mamdani sono stati essenzialmente sociali, dagli affitti ai trasporti, alla tassazione dei più ricchi per redistribuirla ai meno abbienti ecc., uniti a quelli dell'integrazione e delle minoranze.
Più del 30% dell'elettorato ebraico ha votato per lui, non facendosi spaventare dalle sue posizioni sulla Palestina né dalla sua musulmanità laica. Mamdani, inoltre e non secondariamente, ha portato alle urne un milione di votanti in più perché ha saputo rompere la rassegnazione proprio nei ceti più popolari.
Qual è la lezione da trarre in Italia?
È quella che si vince la Destra se si riesce a mettere al centro della propria azione politica questioni sociali concrete e, partendo da qui, proporre una visione del mondo alternativa alla Destra stessa.
L'altro giorno, commentando le ultime considerazioni di Prodi sulla Schlein e sul centrosinistra, Bersani ha detto che il leader del fu "Ulivo" è troppo pessimista. A me sembra che più che pessimista la sua visione vada nella direzione sbagliata. Perché separa la questione sociale, da mettere al centro nello scontro con la Destra post fascista, da quella delle forze politiche da raggruppare pur dialetticamente per produrre un'alternativa politica che non c'è. E non c'è non perché la Schlein è troppo di sinistra ma perché non lo è, con la concretezza dovuta, il complesso delle forze che dovrebbe produrla. Il fatto che dopo tre anni di governo Meloni quelle stesse forze, dopo la débâcle catastrofica di Letta, non abbiano ancora prodotto nessun discorso su un programma alternativo alla Destra post fascista la dice lunga sulle loro incapacità.
Quando c'era il Pci, le alleanze erano sempre "sociali e politiche". Sociali perché i ceti moderati che avevano questa sensibilità dovevano essere conquistati, partendo dai loro interessi, a una politica di alleanza con la classe operaia e con la sinistra allora comunista e socialista.
Se c'è una lezione da trarre dalle elezioni di New York del nuovo sindaco Mamdani è proprio questa: non si vince al centro, ma spostando il centro a sinistra, anche se su posizioni moderate ma aperte alla questione sociale, partendo sempre dalle concrete condizioni sociali delle persone a cui complessivamente ci si rivolge.
Aldo Pirone
editorialista e scrittore
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