Un bel post pubblicato dalla Fed di S.Louis ci racconta, in breve, la storia lunga un secolo dell’immigrazione negli Usa confrontata con l’incremento naturale della popolazione, ossia la crescita dei residenti che si produce con le nascite dei figli di chi già risiede sul territorio.
La somma del tasso di incremento naturale e del tasso di migrazione netta conduce al tasso di crescita della popolazione che, come di osserva dal grafico sotto, negli Usa tende a declinare da diversi decenni. 
Dallo stesso grafico, si può anche notare che l’ultimo periodo in cui il tasso annuale di crescita della popolazione è aumentato, sia per crescita naturale che per contributo della migrazione, si è verificato nell’immediato secondo dopoguerra, più o meno fino ai Cinquanta-Sessanta, dopodiché il trend diventa declinante e riguarda sia l’incremento naturale che quello del flusso migratorio.
Quanto a quest’ultimo, si osserva un deciso incremento della migrazione nei primi anni Novanta e poi dopo il Covid. Ma tolti questi picchi, il tasso di migrazione declina seguendo lo stesso trend del tasso naturale. Complessivamente, la popolazione statunitense cresce sempre meno. 
Nell’ultimo decennio, tuttavia, gran parte di questa (poca) crescita è derivata proprio dagli immigrati.
Sarà interessante osservare questi flussi nell’era del Trump II.
Maurizio Sgroi
giornalista socioeconomico
autore del libro “La storia della ricchezza”
coautore del libro “Il ritmo della libertà”

