Mai come quest’anno abbiamo assistito a una campagna elettorale di basso livello e, soprattutto, inconferente con quelle che sono le competenze del Parlamento europeo.
Protagonisti di questo pessimo spettacolo: il governo e il sistema dei media.
Il governo in carica con le sue boutade di cattivo gusto, per non dire di quelle che una volta si chiamavano “marchette” preelettorali (e qualcuno, magari esagerando, “voto di scambio”) ma qui ci limiteremo a sottolineare che trattasi di provvedimenti che nulla hanno a che fare con le politiche europee e spesso sono privi anche di copertura come quello sulle liste di attesa o il bonus befana.
Se i partiti di governo sono colpevoli di aver fatto una campagna elettorale, sì accattivante con il proprio elettorato, ma per nulla chiara sui propri programmi elettorali, su quel che intendono fare in Europa specialmente qualora dalle urne non emergesse una maggioranza ben delineata. Chi sarà il loro spitzenkandidat? Da quale schieramento sceglieranno il nuovo Presidente della Commissione europea? Tajani giura che non si schiererà mai con l’estrema destra, ma se si dovesse ricorrere ad una mediazione e il candidato Presidente designato dovesse diventare lui che farebbe?
Domande rimaste senza risposte, e pure senza domande, da parte di un’informazione che sembra rimasta al progetto (poi abortito nelle urne) di bipolarismo, e perciò a tappetino con Meloni e Schlein. Alle quali, se giustamente non si è lasciato fare un confronto che violava la par condicio, si è però lasciato fare dei soliloqui, sempre inconferenti con i poteri dell’europarlamento. A qualcun altro, perché ritenuto irrilevante, è stato lasciato giocare il ruolo di imitatore di Crozza.
Un trattamento a parte è stato riservato, invece, a chi, nell’Europarlamento si è sempre espresso contro la guerra e a favore del martoriato popolo palestinese e allora si è dato giù con domande capziose (fino a chiedere da parte di Sechi: “al tavolo di eventuali trattative per la pace come ripartirebbe i territori ucraini?” a chi affiderebbe il governo di Gaza?” oltre all’ormai classico “chi sceglierebbe tra Biden e Trump?”). Insomma, si è impedito di esplicitare a pieno i concetti con interruzioni continue, si sono doppiate le dichiarazioni nei telegiornali e molto altro.
Un’informazione che, come nei paesi autoritari, non esita a calunniare chi si oppone al partito unico della guerra, a etichettare come putiniano chi si oppone all’invio in Ucraina di armi sempre più offensive e alle sanzioni nei confronti della Russia, tanto numerose quanto economicamente dannose per l’Europa stessa. Così come, non si esita a tacciare di antisemitismo chi condanna lo sterminio ad oggi di 36.586 gazawi e non abbiamo un numero di quanti siano uccisi ogni giorno dai coloni in Cisgiordania.
Per questo i nostri media hanno riservato un “trattamento speciale” al Movimento 5 Stelle e a Pace, terra, dignità di Michele Santoro. Un discorso a parte merita Alleanza Verdi e Sinistra, considerato che, se la sinistra europea si è sempre schierata contro l’invio di armi in Ucraina e per la Palestina, il gruppo europeo dei verdi, capeggiato dai tedeschi, ha posizioni diametralmente opposte estremamente belligeranti e pro Israele.
Quanto poi ai Socialisti e Democratici europei, di cui fa parte il Pd, è più che mai difficile distinguerli da centristi, destra del Partito Popolare (Forza Italia) e Conservatori (Meloni). Le loro tardive dichiarazioni a favore del salario minimo, del sistema sanitario pubblico, di politiche più accoglienti per i migranti alla luce delle loro politiche in Italia ed in Europa appaiono poco credibili e inattuabili alla luce dell’impegno ad investire ben 100 miliardi per costituire un sistema di difesa europeo che si sommeranno all’impegno assunto con la Nato a investire il 2 per mille annuo del Pil in armi (per l’Italia pari a 13 miliardi che si sommeranno ai 13 per il Patto di stabilità). Gli eurodeputati Pd hanno votato tutte le risoluzioni per l’invio di armi in Ucraina e antirusse del Parlamento, salvo due o tre voti contrari, del tutto irrilevanti.
Del tutto censurabile il trattamento riservato, in particolare, al leader dei 5 Stelle. Come se a votare non dovessimo andar noi ma gli editori cui il governo Conte aveva tagliato giustamente i finanziamenti all’editoria! Ma il ruolo del giornalista “killer” ormai va molto di moda!
In definitiva, la colpevolizzazione di chi vuole la pace.
Lo stato d’animo degli elettori, in maggioranza, è che queste non siano le elezioni che possono risolvere i loro problemi, dimenticando che, invece, la gran parte delle nostre leggi vengono codecise con Parlamento europeo, Commissione e altri Stati membri, quindi non si tratta di un voto inutile.
Ma questo è un sentiment aggravato dall’attuale panorama partitico: non è facile scegliere chi votare. Occorre andare a cercare, ma non è facile anche a causa di una cattiva informazione, quali sono i programmi per l’Europa delle forze politiche.
Tuttavia, dobbiamo andare a votare perché in ballo ci sono tanti motivi e, tra questi, due questioni vitali: la guerra (siamo sull’orlo di un conflitto nucleare mondiale) e il collasso climatico (il 2024 sarà l’anno più caldo di sempre).
Quanto al primo problema dobbiamo scegliere tra chi vuole un’Europa forte e indipendente da Usa e Nato, e chi vede Europa e Nato come un’unica entità, un punto di vista che accomuna i grandi partiti dell’attuale coalizione di governo europeo come pure i conservatori di Giorgia Meloni. Di conseguenza, se vincerà la destra le cose non potranno cambiare, tutt’altro, peggioreranno perché in gran parte sono sottomessi a Nato e Usa. Qualcuno pensa che abolendo il diritto di veto, come propone la destra, le cose cambieranno, non sarà così perché quasi tutti i governi dell’Unione, fregandosene dell’opinione dei propri popoli, sembrano volere marciare spediti verso la guerra, anche nucleare.
Dobbiamo andare a votare per dare un segnale a governi poco lungimiranti e illuminati pure sul fronte delle politiche dell’ambiente, perloppiù sono negazionisti.
A loro non interessa mettere intorno a un tavolo i belligeranti figuriamoci i massimi inquinatori, a loro interessano tanto il commercio delle armi quanto i profitti derivanti dalle fonti fossili.
Se avessero voluto perseguire la Pace avrebbero rispettato la “Carta di Parigi per una Nuova Europa”, sottoscritta nel novembre 1990 da Gorbaciov, George Bush sr, Kohl, Mitterrand e Andreotti che prevedeva una Casa Comune europea.
Bisogna andare a votare affinché l’Europa riassuma un ruolo autorevole e indipendente dagli Usa, il paese che più di tutti dal 1947 in poi ha violato l’ordine internazionale basato sulle regole con colpi di stato, minacce, sanzioni, interventi militari, violazione degli accordi sottoscritti con la Russia. Un paese che pretende di essere il solo a governare un mondo che è cambiato, dove avanzano nuove potenze.
Dobbiamo andare a votare affinché l’Europa non divenga il braccio armato degli Usa, gli europei non possono essere certo i procuratori, i servi sciocchi dell’America, quelli che pagano il conto di una guerra in termini di riduzione di diritti civili, sociali ed economici.
Adriana Spera