L'ANPI, Associazione Nazionale Partigiani d'Italia, con i suoi oltre 153.000 iscritti, è tra le più grandi associazioni combattentistiche presenti e attive oggi in Italia.
Costituita il 6 giugno 1944, a Roma, dal Comitato di Liberazione Nazionale del Centro Italia (il Nord era ancora sotto l'occupazione nazifascista). Poi il 5 aprile del 1945, con decreto luogotenenziale n. 224, le veniva conferita la qualifica di Ente morale dotata di personalità giuridica, come associazione ufficiale dei partigiani.
Il 4 giugno 1945, con la liberazione del nord, venne costituita a Milano l'ANPI – Comitato Alta Italia.
Il 27 giugno 1945, il Comitato provvisorio dell'ANPI di Roma e il Comitato Alta Italia si fusero dando vita all'ANPI Nazionale. L'Associazione ebbe una sua rappresentanza alla Consulta Nazionale i cui lavori si svolsero tra il settembre 1945 e il referendum sulla Repubblica dell'anno successivo.
Nel 1948, vennero avviate delle vere e proprie persecuzioni contro i partigiani che l'ANPI fronteggiò con vigore. Furono ben 830 i combattenti per la libertà che subirono processi. L'Associazione promosse allora dei Comitati di difesa dei valori della Resistenza con cui avviò una campagna nazionale di sostegno ai partigiani, chiedendo altresì lo scioglimento del neofascista MSI (Movimento sociale italiano) e il riconoscimento ufficiale del Corpo Volontari per la Libertà come corpo appartenente alle Forze Armate.
Questo riconoscimento giunse solamente nel 1958, con la legge 285, e fu un provvedimento di notevole importanza perché confermava e stabiliva definitivamente che la Resistenza, nel travagliato processo di Liberazione, era stata una preziosa comprimaria: un esercito, a tutti gli effetti.
Nel 1950, le persecuzioni cessarono e si poté continuare l'azione civile per cui i partigiani si erano associati. Col Congresso del 1952 l'ANPI – nella cui Presidenza onoraria figurava anche Sandro Pertini, carica che rivestì per vari decenni – ingaggiò una grande battaglia a favore della pace e contro il riarmo tedesco.
Sempre accanto ai popoli oppressi dagli spagnoli durante il franchismo, passando per le lotte contro le dittature militari in Sud America, fino alla vicinanza al popolo palestinese, ma pure accanto alle donne dalla valorizzazione della loro partecipazione alla Resistenza fino alla conquista di nuovi diritti.
Pronta a denunciare ogni progetto contro l’assetto democratico del Paese come quello della Loggia P2 e gli intrecci tra terrorismo e mafia. Contro la corruzione politica e non solo al tempo di “Tangentopoli”.
In prima linea nella al battaglia contro il pericoloso tentativo di modifica della Carta Costituzionale, nel 2006, fino alla dura opposizione nel 2009 al progetto di legge 1360 - poi bloccato - con cui il Governo intendeva equiparare i repubblichini di Salò ai partigiani. Quindi, la battaglia, condotta con esito positivo nell'agosto 2011, per mantenere le festività civili: 25 aprile, 1° maggio, 2 giugno, minacciate di essere soppresse con la manovra finanziaria del Governo. Nel 2014, dopo due anni di impegno, l'ANPI ottenne dal Governo tedesco atti di riparazione nei confronti delle vittime delle stragi nazifasciste del 1943-1945.
Di nuovo in campo contro l’irresponsabile riforma del Senato del 2015 e contro una legge elettorale, l’Italicum, in aperta violazione del principio di rappresentanza.
Oggi l'ANPI è ancora in prima linea nella custodia e nell'attuazione dei valori della Costituzione, quindi della democrazia, e nella promozione della memoria di quella grande stagione di conquista della libertà che fu la Resistenza.
Insomma, in questi anni di cattiva politica c’è una sola realtà, un solo movimento, che ha tenuto sempre la barra dritta su una Idea, quella della Resistenza, che è libertà, è diritti, è antifascismo, memoria da tramandare che ci ricorda che sopraffazione, prepotenza e violenza non possono essere alla base della convivenza civile e democratica.
Anni in cui più volte si è persa la memoria storica, e oggi, che non ci sono quasi più i testimoni, ancor più si cerca di fare perdere a tutti il ricordo di ciò che è stato in questo paese il fascismo, si cerca di sporcare le battaglie che ci hanno portato alla liberazione dal nazifascismo e alla democrazia, seppur incompiuta.
Anni in cui si cerca di equiparare i partigiani con i repubblichini di Salò.
Oggi che la memoria è in pericolo, l’ANPI è ancora lì a ricordarci grazie a chi siamo liberi, così come lo è sempre stata tutte le volte che si è cercato di stravolgere la Costituzione più avanzata e più democratica del mondo.
L’ANPI è una certezza e sarà sempre a fianco di quanti difendono la democrazia contro chi ancora una volta è lì a proporci riforme costituzionali che ci condurrebbero all’autocrazia e che distruggerebbero la solidarietà tra le diverse aree del paese.
Lunga vita all’ANPI, un baluardo della democrazia insostituibile.
Adriana Spera