Uno studio, pubblicato di recente sulla rivista Science Advances, fornisce nuove importanti informazioni per la ricerca di base sull’autismo evidenziando dei meccanismi biologici in modelli preclinici, fino ad oggi per la gran parte sconosciuti, che spiegherebbero perché l’autismo si riscontra più frequentemente in individui di sesso maschile.
L’importante scoperta è frutto del lavoro di un team di ricercatori dell’Istituto Italiano di Tecnologia di Rovereto, coordinato da Alessandro Gozzi, in collaborazione con le Università di Trento e di Pisa.
I disturbi dello spettro autistico sono un insieme eterogeneo di disturbi del neurosviluppo caratterizzati da deficit nella comunicazione e nell’interazione sociale in molteplici contesti e tipi di comportamento. In Italia, si stima che circa 1 bambino su 77 (età 7-9 anni) presenti un disturbo dello spettro autistico, con una prevalenza nei maschi 4,4 volte superiore rispetto alle femmine.
Il team di ricercatori ha identificato un nuovo meccanismo biologico legato al gene Ube3a, noto alla comunità scientifica per codificare un enzima chiave nel processo di degradazione delle proteine.
Le persone con una diagnosi di autismo spesso presentano sovraespressione cromosomica di questo gene e circa l’1-2% dei casi totali di autismo è associato a questo tipo di alterazione genetica.
In questo studio, i ricercatori hanno dimostrato come la sovraespressione di Ube3a, in presenza di ormoni sessuali maschili, attivi un meccanismo di disregolazione a cascata di centinaia di geni chiave coinvolti nell’autismo, paragonabile al knockout genico.
Il team multidisciplinare ha condotto analisi su un modello murino con sovraespressione del gene Ube3a. Utilizzando test comportamentali e studi di mappatura cerebrale non invasiva tramite risonanza magnetica, i ricercatori hanno individuato che, nel campione composto da maschi e femmine, solo i maschi manifestavano stereotipie comportamentali e alterazioni nella connettività cerebrale riconducibili allo spettro dell’autismo. Questo dato suggerisce che la maggiore prevalenza di autismo in individui di sesso maschile è determinata da meccanismi genetici sesso dipendenti.
“Il nostro studio dimostra quello che si sospettava da tempo: ovvero che meccanismi genetici controllati dagli ormoni sessuali contribuiscono in modo fondamentale allo squilibrio diagnostico tra maschi e femmine che si osserva nell’autismo”, dichiara Alessandro Gozzi, coordinatore dello studio. “Questo risultato – aggiunge Michael Lombardo, coautore della ricerca - rappresenta un passo avanti verso la comprensione del complesso puzzle genetico che si cela dietro l’autismo”.