Stamane è morta Teresa Vergalli. L'Anpi la ricorda come "staffetta partigiana" col nome di battaglia di "Anuska" in Val d'Enza, in Emilia, e le rende il dovuto omaggio.
Io, che l'ho conosciuta da vicino, ricordo di lei il marchio indelebile che le lasciò quell'esperienza che informò tutta la sua vita di combattente per la libertà, anche quando facemmo insieme l'esperienza minore della partecipazione e del Comitato di quartiere, agli inizi degli anni 2000.
Ho riscontrato più volte come la partecipazione attiva alla Resistenza partigiana abbia lasciato tracce indelebili di aspirazione alla libertà, alla giustizia sociale, al progressismo sociale e civile in chi vi partecipò e come quelle aspirazioni si tradussero poi nella nostra Costituzione democratica e repubblicana. E anche come quell'esperienza partigiana informò la vita stessa di quei combattenti e la loro promozione sociale.
Teresa, figlia di contadini affittuari dell'Emilia profonda e socialista, divenne poi maestra, trasfondendo nella sua professione i valori che l'avevano guidata da "staffetta partigiana".
Da comunista - il padre era stato tra i primi comunisti di Bibbiano - al "Partito" è sempre rimasta fedele nonostante le successive trasformazioni fino al Pd. Ma sempre con quel taglio personale ed emiliano che la induceva a "dire la sua" come se il partito fosse sempre eguale a se stesso.
Poi ricominciò ad andare per le scuole che conosceva bene a testimoniare come Anpi le sue storie partigiane, a dire ai ragazzi cosa è stata la Resistenza italiana.
Negli ultimi tempi, era diventata una sorta di piccola star di alcune trasmissioni TV interessate a diffondere la sua saggezza partigiana fatta di memorie e ricordi attualissimi in tempi ostici e refrattari a quelle memorie e a quei ricordi.
Memorie e ricordi che Teresa, fattasi scrittrice apprezzata per la sua semplicità, aveva trasfuso nei suoi libri: "Storie di una staffetta partigiana", "L' invenzione della verità. Storie di donne, di ragazzi, di guerra", "Un cielo pieno di nodi. La storia che si fa romanzo", "Una vita partigiana. Perché la battaglia per i nostri diritti continua ancora oggi".
Teresa è stata la moglie di Claudio Truffi comunista anche lui, che il suo stipendio di vicepresidente dell'Inps lo rimetteva alla Cgil di cui fu dirigente nazionale degli edili negli anni della riscossa operaia. Altri tempi e altri uomini di alta tempra morale.
Ricordo ancora con emozione quella sera di 21 anni fa in cui presentò, con Marisa Rodano, il suo primo libro, "Storie di una staffetta partigiana", e l'abbraccio che ne seguì con il nipotino oggi diventato uomo maturo. Quel libro lo aveva scritto anche per lui perché sapesse e per tutti noi perché non dimenticassimo cosa è stata la Resistenza in Italia.
Ciao Teresa!
Aldo Pirone
scrittore e editorialista
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